Eccoci qua, come 4 anni fa, a gironzolare per Buenos Aires, città con poco meno di 3.000.000 di abitanti.

Buenos Aires
Città autonoma
Ciudad Autónoma de Buenos Aires
Buenos Aires – Stemma Buenos Aires – Bandiera
Buenos Aires – Veduta
Localizzazione
Stato Argentina Argentina
Amministrazione
Governatore Horacio Rodríguez Larreta (PRO) dal 9/12/2015
Territorio
Coordinate 34°36′30″S 58°22′19″W
Altitudine 25 m s.l.m.
Superficie 202 km²
Abitanti 2 891 082[1] (2010)
Densità 14 312,29 ab./km²
Città 15
Altre informazioni
Cod. postale C1000-14xx
Prefisso 011
Fuso orario UTC-3
ISO 3166-2 AR-C
Nome abitanti bonaerensi[2], portegni
PIL (nominale) 400,455 miliardi di $
PIL procapite (nominale) 80.500 $
Cartografia

Buenos Aires – Localizzazione

Sito istituzionale

Buenos Aires è la capitale e la maggiore città dell’Argentina con 2.891.082 abitanti (14 milioni nell’area metropolitana). È una delle più grandi metropoli sudamericane, la seconda in America latina, la seconda dell’emisfero sud dopo San Paolo ed è sede di uno dei maggiori porti del continente. È chiamata anche per brevità Baires. Attorno alla città gravita circa la metà della popolazione argentina, l’area metropolitana di Buenos Aires conta infatti 14 391 538 abitanti.

Buenos Aires è stata fondata nel 1580 da Juan de Garay e successivamente fece parte del Vicereame del Perù. Nel 1776 fu designata capitale del Vicereame del Río de la Plata, che si era appena costituito, dal re di Spagna. Durante la prima delle invasioni britanniche, avvenuta nel 1806, la città fu occupata dalle forze britanniche e rimase per 45 giorni sotto la bandiera del Regno Unito. Nel 1810 ci fu la Rivoluzione di Maggio, che spodestò il viceré e diede inizio alla guerra d’indipendenza. Nel 1880, sotto il governo di Nicolás Avellaneda, fu federalizzata, e la città venne separata dalla provincia omonima che la circonda. La “Grande Buenos Aires” è stata una delle principali destinazioni del processo di immigrazione che ha riguardato l’Argentina dalla fine del XIX sec

Geografia fisicaModifica

La città di Buenos Aires sorge sulle sponde del rio de la Plata e del Riachuelo che confluisce nel rio de la Plata nel quartiere della Boca.

Buenos Aires non appartiene alla provincia omonima: questa circonda la città, estendendosi per una superficie simile a quella dell’Italia, ed ha come capoluogo la città di La Plata.

Buenos Aires si trova nel pampa, fatta eccezione per alcune zone, come ad esempio l’Aeroparque Jorge Newbery, e Puerto Madero quartiere e principale porto della città e che sono stati tutti costruiti su terreni bonificati lungo le coste del Río de la Plata


Modifica

La città fu fondata per la prima volta dallo spagnolo Pedro de Mendoza il 2 febbraio del 1536 col nome di Ciudad del Espíritu Santo y Puerto Santa María del Buen Ayre. Nel 1580 l’esploratore spagnolo Juan de Garay fondò per la seconda, e definitiva fondazione, la città col nome di Ciudad de la Santísima Trinidad y Puerto de Nuestra Señora de los Buenos Aires. La città fu battezzata con questo nome in onore della Madonna di Bonaria di Cagliari, in Sardegna. Occupava un’area di 2,3 km² e ospitava 63 abitanti.

I primi anni di vita di Buenos Aires furono di stenti: tagliata fuori dalle principali rotte commerciali della Spagna, gli abitanti mancavano di ogni comodità. Agli inizi del Seicento la colonia contava appena cinquecento abitanti. A quell’epoca i coloni trasgredivano la legge e praticavano il contrabbando in maniera pressoché sistematica. La merce proveniente dal Brasile, veniva scambiata con il cuoio ricavato dai bovini che pascolavano nella regione. Nel 1611 fu inaugurato il primo ospedale.

Dalla sua fondazione fino al Settecento Buenos Aires subì diversi attacchi da parte di pirati inglesi, francesi e danesi. Nel 1680 i portoghesi fondarono Colonia del Sacramento nella parte opposta del Rio de la Plata, pretendendo di stabilirsi nella regione. Percependo la minaccia, il governatore José de Garro inviò un ultimatum ai portoghesi, i quali lo rifiutarono. De Garro allora riunì gli abitanti della città per organizzare un attacco contro i portoghesi. Il risultato fu una definitiva vittoria da parte degli spagnoli.

Nel Settecento Buenos Aires acquisì maggior prestigio all’interno dell’America spagnola tanto da diventare, nel 1776, capitale del Vicereame del Rio de la Plata.

Nel 1806 il generale maggiore inglese William Carr Beresford si impadronì di Buenos Aires senza incontrare resistenza, ma venne scacciato pochi mesi dopo da un esercito proveniente da Montevideo. Nel 1807 una spedizione inglese, al comando di John Whitelocke conquistò Montevideo e poco dopo tentò di impossessarsi di Buenos Aires, ma fu sconfitta perché trovò la fiera resistenza degli abitanti e delle milizie urbane.

Il XIX secolo e la prima immigrazioneModifica

Pianta del 1888

Nel 1801 nacque il primo giornale.

Buenos Aires cambia completamente nella seconda metà XIX secolo con l’arrivo di una massiccia immigrazione, soprattutto spagnola e italiana, ma anche tedesca, polacca, russa e mediorientale, favorita dalle condizioni economiche precarie in Europa e dalle politiche del governo argentino, volte a favorire l’ingresso di nuova manodopera.

L’immigrazione italiana fu la prima ad arrivare in modo massiccio. Nel 1887 gli italiani costituivano il 60,4% dell’immigrazione totale, per poi ridursi percentualmente con l’aumentare della immigrazione spagnola.

La crisi economica in Argentina (con la conseguente ricerca di una cittadinanza europea), le leggi italiane sulla cittadinanza e l’altissimo numero di argentini con antenati italiani potrebbero fare della Grande Buenos Aires la città al mondo col maggior numero di cittadini italiani (potenzialmente un numero di italiani pari al doppio della popolazione di Roma), o almeno dividere questo titolo con la metropoli brasiliana di San Paolo.

Sul fronte interno, la condizione di grande porto di Buenos Aires e il predominio economico corrispondente hanno provocato un periodo di scontri civili. La separazione definitiva tra la città di Buenos Aires e la provincia è avvenuta nel 1880, quando la città è stata dichiarata “capitale federale” della nazione, per cui gli Argentini la chiamano così.

PopolazioneModifica

Buenos Aires, con la crescita demografica degli ultimi decenni, si è estesa tanto da unirsi ad altri 54 municipi vicini (appartenenti dal punto di vista amministrativo alla Provincia di Buenos Aires), creando una conurbazione in cui vivono 12.843.000 abitanti.[11] Per fare riferimento a questa conurbazione colloquialmente viene definita Grande Buenos Aires.

Gli abitanti della città di Buenos Aires vengono chiamati porteños, mentre gli abitanti della provincia di Buenos Aires vengono chiamati bonaerenses.

Nella Capitale Federale (la città di Buenos Aires) spesso si parla un argot, il lunfardogergo caratteristico che incorpora allo spagnolo dei termini di origini diverse arrivati con l’immigrazione.

La popolazione residente in città è originaria prevalentemente dalla Spagna e dall’Italia, in minor numero dalla Germania, dalla Scandinavia, dalla Grecia, dal Portogallo, dalla Francia, dalla Russia e dal Regno Unito. Ci sono anche importanti comunità di sirianilibanesi e armeni, inoltre la comunità ebraica è la più numerosa del sud America.

L’immigrazione più recente vede un consistente afflusso di bolivianiperuviani e paraguaiani.

Buenos Aires e la politicaModifica

Nel corso del XX secolo, Buenos Aires ha visto alternarsi al governo dell’Argentina capi di Stato che erano espressione, a volte di regolari elezioni, a volte di colpi di stato.

Durante la dittatura militare, negli anni dal 1976 al 1983, Buenos Aires ha conosciuto il fenomeno dei desaparecidos, in cui molti giovani venivano torturati e fatti sparire per l’accusa, molto spesso infondata, di simpatizzare per la sinistra, considerata ispiratrice del terrorismo.

Parallelamente, Buenos Aires è stata teatro di movimenti di piazza, anche rilevanti, pro o contro il governo del tempo. Ricordiamo le smisurate folle osannanti, che acclamavano il presidente Juan Domingo Perón e la moglie Evita, ma anche le manifestazioni del gruppo delle Madri di Plaza de Mayo, costituito da donne che, nell’impossibilità di manifestare altrimenti la loro situazione, si riunivano nella piazza antistante la Casa Rosada, esponendo in silenzio le foto dei loro cari, dispersi a causa della repressione militare.

In anni più recenti si sono moltiplicate le manifestazioni dei piqueteros, che protestano per ottenere aiuti alle persone in difficoltà a causa della disoccupazione e della crisi economica, effettuando blocchi stradali e altre forme di protesta pubblica.

Particolare rilevanza ha avuto la manifestazione definita cacerolazo (19-21 dicembre 2001), in cui scese in piazza la classe media, colpita dal blocco dei risparmi bancari, facendo risuonare le pentole di casa. Il cacerolazo ha provocato la caduta del governo di Fernando de la Rua.

Bene, fine della lezione.